Lealtà, fiducia, responsabilità nello scoutismo

Italo Leone
(dal notiziario Tr@cce e-mail n. 1-maggio 2012)

Ci si domanda in questi giorni se i valori della promessa e della legge scout in Italia abbiano lo stesso significato di un tempo per i giovani che si accostano allo scoutismo.

Io penso di sì. Ma penso anche che lo scoutismo debba riflettere sui cambiamenti intervenuti negli ultimi quaranta anni in Italia, perché un metodo educativo non può prescindere dalla realtà del mondo in cui si vive e nel quale gli scout si debbono inserire.

Il punto di svolta si è avuto negli anni settanta del XX sec., quando nel mondo occidentale si sono verificati due eventi rivoluzionari: l’affermazione dei giovanissimi come categoria portatrice di diritti fin allora non riconosciuti e l’emancipazione della donna. Il ’68, la lotta contro ogni tipo di autorità da quella del padre nella famiglia a quella della Chiesa e dello Stato trovarono espressione in Italia nel nuovo diritto di famiglia, nel divorzio e nell’aborto legale, nell’accesso generalizzato e facilitato alle facoltà universitarie attraverso il nuovo esame di maturità, e nell’ingresso più frequente delle donne nel mondo del lavoro.

La famiglia è stata la prima vittima del cambiamento: basta considerare le statistiche sull’aumento negli anni di separazioni e divorzi, sulla diminuzione costante dei matrimoni religiosi e civili, sull’età più avanzata di coloro che si sposano, sull’aumento delle coppie di fatto, sulla richiesta di riconoscimento avanzata da coppie omosessuali, sull’aumento del ricorso all’inseminazione artificiale.

Questi cambiamenti epocali avvenuti in tempi così rapidi hanno colto impreparati la famiglia, la scuola, la classe politica, la Chiesa, che stentano ad adeguarsi e rimangono incapaci di risposte razionali e costruttive.

Se l’aumento dei suicidi è l’aspetto più evidente del malessere provocato dalla crisi economica, la crescita enorme delle depressioni è il segno della malattia delle anime. La depressione oggi scaturisce spesso dal senso di inadeguatezza dell’individuo all’interno di un meccanismo che pretende che tu sia sempre giovane, bello, ricco, con potere. È questo il messaggio che televisioni e stampa in modo palese o indiretto propongono.

Per essere in linea col messaggio fioriscono i centri di benessere e chirurgia estetica, le industrie di prodotti per il corpo, le industrie farmaceutiche di ansiolitici e tranquillanti, oppure, che è l’altro aspetto del  medesimo fenomeno, le droghe leggere o pesanti che espandono l’ego e danno il senso di un’effimera sicurezza che consente di superare i limiti fisici e il limite della coscienza morale.

In questo terremoto psicosociale lo scoutismo, la scuola, la politica, la Chiesa e le famiglie sono chiamate a confrontarsi col reale, senza chiusure pregiudiziali alla discussione, perché se ogni autorità è venuta meno, il vivere civile ha ancora bisogno di lealtà, fiducia, responsabilità.

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