Riflessioni di un vecchio capo: spirito scout e cammino di fede

… fede e scoutismo sono intrisi l’uno dell’altro per formare una sola cosa…

Gino Buccinnà

Molto tempo fa, in occasione del campo scuola di secondo tempo, ora CFA,  il  capo campo  mi chiese  cosa fosse  per me  lo scoutismo. Io risposi con molta semplicità: “Per me lo scoutismo è come un treno che cammina su un binario“.
Treno 1Mi chiederete  cosa c’entri lo scoutismo con il treno. Ebbene, il treno è una macchina che trasporta persone e cose, ma per muoversi ha bisogno di un binario formato da due rotaie. Lo scoutismo, vuoi o non vuoi, trasporta anche esso delle persone e  nel treno  ci sono ragazzi,  capi e  assistenti  ecclesiastici. 

Il binario costituisce la strada sulla quale lo scoutismo cammina verso mete sempre più ardite e lontane che la vita presenta. Esso è importantissimo affinché il treno si muova, ma più importante ancora è l’equilibrio tra le due rotaie che lo formano. Le due rotaie dello scoutismo sono il cammino di fede e lo scoutismo propriamente detto, i cui principi fondamentali si trovano nelle intuizioni pedagogiche di Baden-Powell.
Treno 2Quando è che  il treno deraglia o lo scoutismo perde di tono e di freschezza?  Quando le rotaie non sono perfettamente parallele tra loro, quando non sono in perfetto livello, o quando il treno, non considerando il materiale umano che trasporta e le inevitabili curve che ci sono lungo il cammino, va troppo veloce. In ultimo, quando una rotaia e più debole o più forte dell’altra, cioè quando viene meno l’equilibrio tra le parti.
Quante volte si è privilegiato l’aspetto tecnico invece che la fede e quante volte la fede rispetto allo scouting. Una cosa è certa: lo spirito scout e l’impegno a crescere nella fede danno il senso e l’equilibrio al cammino scout.
Voglio dire con tutto questo che lo scoutismo è una proposta unitaria, che fede e scoutismo sono intrisi l’uno dell’altro per formare una sola cosa e nessuna delle due può prescindere o prevaricare sull’altra, e soprattutto che capi e assistenti non devono essere chiusi nei loro compiti, ma devono scambiarsi i ruoli con facilità, insomma parlare lo stesso linguaggio e camminare insieme.
Sarebbe interessante riuscire a trovare un modo pratico per coniugare le tecniche, le avventure e quant’altro con la fede, senza dover dire “ adesso è il momento della tecnica” o “adesso è il momento della catechesi”.
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