Famiglia e Scuola, pilastri della società

Se queste istituzioni si svuotano di contenuto tutto va alla deriva

Renato Borelli

E’  fuor di dubbio che i due pilastri fondamentali sui quali è costruita la società sono la famiglia e la scuola. Se queste due istituzioni  vengono meno al loro ruolo formativo, tutto va alla deriva, in quanto etica e  morale si perdono perché sostituite da altri valori che valori non sono.

Affinché l’adolescente cresca in modo armonico, è necessario che il rapporto fra scuola e famiglia sia di assoluta intesa, collaborazione ed equilibrio nei ruoli.

Famiglia e Scuola 1Nei decenni addietro, la famiglia è sempre stata il punto di riferimento per i ragazzi in crescita: i genitori erano presenti nelle varie tappe di formazione dell’individuo, lo seguivano durante il suo percorso e cercavano di indirizzarlo nelle sue scelte. Allo stesso tempo la scuola, nelle figure di maestri e professori,  oltre ad impartire lezioni e “seminare” cultura, rappresentava una vera e propria istituzione, rispettata nella giusta misura; un luogo dove nozionismo e dialogo si alternavano, quasi a creare una sorta di trait d’union fra l’universo “casa” e l’universo “scuola”.
Ciò che si percepiva,  quindi,  era una sorta di continuità fra il percorso educativo che la famiglia imponeva e quello della scuola.

Con il passare degli anni, l’avvicendarsi di ministri alla pubblica istruzione di dubbia competenza, la volontà governativa di andare, con finanziamenti pubblici verso una scuola di élite, la spocchiosa illusione che la conoscenza dell’inglese e dell’uso dei nuovi strumenti tecnologici  fossero  la panacea di tutti i nostri mali, la necessità che in ciascuna famiglia fossero due le persone lavorativamente attive, i ruoli  della famiglia e della scuola sono diventati sempre più aleatori e meno definiti.

La maggior parte dei giovani si misura con una situazione familiare a dir poco annichilente: genitori assenti, compagnia dei social network o di continui sms, tate straniere che a stento parlano correttamente la lingua italiana, TV perennemente accesa, quasi a voler riempire il silenzio e il vuoto dell’assenza genitoriale, nel migliore dei casi un nonno o una nonna a far sentire che qualche brandello di attenzione si può ancora ricevere.

Dall’altro lato, quello che prima era un importante fondamento della nostra società, ha perso via via la sua autorevolezza e il suo più intrinseco significato. La scuola, che il dizionario italiano definisce come “Istituzione educativa che ha il compito di trasmettere alle giovani generazioni gli elementi fondamentali di una civiltà, di una cultura o di avviare al possesso di una data disciplina o alla pratica di una determinata professione”, ha smarrito la sua forza e con essa il potere di formare menti; inoltre, il privilegiato rapporto con le famiglie dei ragazzi, è diventato sempre più simile a una guerriglia Famiglia e Scuola 2che vede schierati da un lato i genitori, che – forse per senso di colpa – tendono a darla sempre vinta ai figli e dall’altro il corpo docente che, con fare imbranato, cerca di destreggiarsi all’interno di un ruolo che, per essere magnanimi, non gli calza proprio a pennello.

Lungi dal volere generalizzare, bisogna tuttavia prendere atto che le nuove generazioni sono ormai allo sbando: senza una Famiglia che dia un po’ di severa educazione e senza una Scuola che sappia realmente trasmettere valori, cultura e consapevolezza sociale,  i ragazzi crescono con il cervello pregno di miti e chimere che lasciano il tempo che trovano. Le adolescenti che sognano di fare le veline e a quindici anni sembrano vissute donne di 35, i maschietti che crescono con il germe della violenza in corpo e si comportano da piccoli boss mafiosi nelle loro classi e nei loro quartieri … tutto questo lascia atterriti e con molti punti interrogativi …

Dov’è la famiglia quando una tredicenne esce di casa la sera e sembra la protagonista di un film a luci rosse?

Dove sono gli insegnanti quando nelle classi si consumano veri e propri atti di terrorismo degli alunni fra gli alunni?

E poi leggiamo sui giornali di episodi di bullismo finiti in tragedia, di ragazzine adescate su internet, che han subito violenza … e di fronte a tutto ciò ci sorprendiamo, ci rammarichiamo, versiamo le classiche lacrime di coccodrillo, che prima miete vittime e poi se ne dispiace!

Di chi è la colpa di tutto ciò? Della famiglia ovvio, di noi genitori assenti e distratti, della scuola, di noi professori demotivati e stanchi… 

E no! Quei ragazzi sono i “noi” di domani, quei ragazzi sono il nostro futuro … e allora come Scuola, come Famiglia, come pilastri della società civile, abbiamo l’obbligo morale di crescerli nel migliore dei modi possibile, senza accampare scuse di sorta, al fine di rendere quei giovani degli uomini e delle donne consapevoli delle loro potenzialità e del loro valore.

Domande finalizzate a dare spazio ad eventuali interventi:

  1. Mi rendo conto che non sono stato tenero né nei confronti della famiglia, né in quelli della scuola. Se sono lontano dalla verità dov’è che ho sbagliato ?
  2. C’è un ritorno a riconsiderare il “latino” non più come una lingua morta, bensì come un punto di riferimento culturale  insostituibile e vivissimo. A vostro parere  quel complesso di valori e tradizioni, il mos maiorum degli antichi romani, codice di onore esportato nel mondo allora conosciuto, è da buttare via o, forse, da riscoprire?
  3. Il malaffare regna sovrano, la corruzione e l’illegalità dilagano, l’impunità è garantita da legge di Stato: la scuola e la famiglia sono andati a far due passi …in  giardino ?
  4. Socrate, Platone, Catone il censore, Cicerone sono diventati Robespierre da farmacia o nelle nostre scuole ai loro precetti  è dato il giusto contenuto?
  5. Ai nostri ragazzi, così cammin facendo, consegneremo un mondo di imbonitori, ciarlatani, faccendieri, troniste e cubiste. Scuola e Famiglia sapranno invertire la tendenza?
  6. In casa o tra i banchi di scuola i due mondi contrapposti – legalità, trasparenza, giustizia da una parte e malaffare, illegalità, impunità dall’altra – trovano la giusta collocazione didattica ?
  7. Scuola e famiglia continueranno a parlare in nome di niente?  Se così sarà, non c’è speranza di voltar pagina !  

 

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