Piccola storia di un Premio della Bontà

Cinquantacinque anni fa la prima edizione del Premio della Bontà organizzato dagli scout del Gruppo ASCI Nicastro I

Lucio Leone

La copertina del fascicolo con gli atti del Premio della Bontà 1961

La notizia si trova su un numero del giornale locale Orizzonti Nicastresi (Anno II, N. 2, Nicastro 13 gennaio 1962), il giornale fortemente desiderato dal compianto Vescovo Vittorio Moietta subito dopo la sua elezione e ancor prima che giungesse nella nostra Diocesi.
«La Bontà è ancora di moda» è il titolo, a caratteri cubitali, che la redazione sceglie, riconoscendo agli scout nicastresi il merito dell’iniziativa.
Qualche documento superstite si conserva anche nell’archivio del Gruppo Agesci Lamezia Terme 1, erede del Gruppo Nicastro I.

Alla vigilia delle feste natalizie del 1961 gli scout del Nicastro I pensano di organizzare per la Befana del gennaio ’62 un “Premio della Bontà” da assegnare a dei bambini bisognosi e meritevoli per atti di spiccata generosità e spirito di sacrificio.
Si è convinti che, oltre a dedicare le proprie energie alle consuete attività scoutistiche (vita all’aperto, pionieristica, topografia, pronto soccorso, ecc.), si possa fare qualcosa di buono anche nel campo sociale e aiutare il prossimo bisognoso.
L’occasione delle feste natalizie sembra il momento opportuno. E quale cosa più nobile se non quella di premiare dei bambini poveri e meritevoli!
La data è quella di domenica 7 gennaio 1962.
Attraverso Don Saverio Gatti, Assistente Ecclesiastico del Gruppo, viene coinvolta anche la Parrocchia della Cattedrale, confidando nelle doti organizzative e tecniche di Don Antonio Marghella.
Un ruolo determinante nella realizzazione del progetto avranno anche Tullio Rispoli, Capo Gruppo del Nicastro I, Salvatore (“Turuzzu”) Montesanti, uno dei “giovani di Don Saverio”, e Nunziella Bambara e Teresa Angotti, Capocerchio responsabili delle Coccinelle del Gruppo Nicastro I dell’AGI.

L’invito a donare redatto da Don Saverio Gatti

Considerate le scarse possibilità di ragazzi cronicamente senza un quattrino, si pensa di raccogliere delle offerte. A tale scopo, Don Saverio redige e firma un invito da consegnare al potenziale donatore. Oltre a fare ricorso a parenti e amici, si pensa di fare appello alla generosità dei commercianti locali. Alcuni elargiscono con un po’ di diffidenza, altri con maggiore generosità e fiducia. 
La sera della premiazione il cielo è grigio e si teme la pioggia, come nei giorni precedenti. I giovani organizzatori temono che il cattivo tempo rovini la festa gioiosa. Ma, fortunatamente, cadono solo poche gocce, che poi cessano del tutto.

Il presepe realizzato sul sagrato della Cattedrale (immagine tratta da Orizzonti Nicastresi, Anno II, N. 1, del 6 gennaio 1962)

Il palco viene allestito sul corso Numistrano, sotto la balconata antistante alla Chiesa di S. Caterina. Dinanzi all’ingresso principale della Cattedrale si intravede lo scenario di un grande Presepe, realizzato da Peppe Lauria, un altro dei “giovani di Don Saverio”.
Il premio è abbinato a un piccolo Festival dei Bambini. Una minuscola “orchestra”, goliardicamente improvvisata, accompagna i piccoli cantanti. È formata da due scout alla loro prima esibizione in pubblico: Gianni Torchia, alla chitarra, e Lillino Gaetano, alla fisarmonica, fiduciosi nel fatto che l’atmosfera gioiosa della serata farà passare in secondo piano qualche loro stonatura…
Il presentatore è Tullio Rispoli.
La cittadinanza accorre numerosissima e applaude con calore i giovanissimi “artisti”.

Dopo il festival canoro, si passa alle premiazioni, alla presenza di Mons. Moietta. 

Un momento della premiazione

I bimbi da premiare sono: Cianflone Giacomo (5 anni e mezzo), Masi Maria (12 anni), Curcio Maria (11 anni), Falbo Rosamaria (5 anni) e Romano Teresina (7 anni). Di tutti e cinque premi Orizzonti Nicastresi riporta le motivazioni.

Un momento della premiazione

Qualcuno dei bambini è orfano di padre, qualcun altro è figlio di emigrati, qualcun altro ancora ha la madre ammalata o ricoverata in ospedale. Tutti, senza per questo disertare la scuola, si sono prodigati per aiutare i fratellini e mandare avanti la propria casa, sostituendo con coraggio e volontà i propri genitori.

Il Vescovo Moietta mentre  consegna il premio della Bontà ad una bambina (immagine tratta da Orizzonti Nicastresi,  Anno II, N. 2,  del 13 gennaio 1962)

Il Vescovo Moietta è sinceramente vicino ai poveri, ai bambini, agli ammalati. Molto fa per loro nel corso della sua breve vita nella nostra Diocesi. Qualche mese dopo il “Premio della Bontà”, nella prima Lettera Pastorale ai diocesani, scriverà: «C’è un altro fatto che desta seria preoccupazione: la miseria…  Dovunque sono stato ho trovato situazioni insostenibili: case inabitabili, bambini che hanno fame, che soffrono il freddo…» (Orizzonti Nicastresi, Anno II, N. 13, Nicastro 14 aprile 1962). 

Il successo di questa prima esperienza convincerà gli scout a ripetere la manifestazione anche negli anni successivi, intitolandola a figure particolarmente significative:
7 gennaio 1963: Premio della Bontà 1962 “Maria Luzzo”;
6 gennaio 1964: Premio della Bontà 1963 “Mons. Vittorio Moietta”;
Epifania    1965: Premio della Bontà 1964 “Papa Giovanni XXIII”;
Epifania    1966: Premio della Bontà 1965 “Bruno Furlano”.
Dalle carte superstiti dell’archivio scout, non risultano successive edizioni del Premio. Maggiore durata avrà il Festival dei Bambini, ad esso abbinato, di cui si hanno notizie fino ai primi anni ’70.

Un commento su “Piccola storia di un Premio della Bontà”

  1. Bellissima e dolcissima storia vera che rafforza in me la stima che sento per le persone che ho conosciuto, tra tutte spicca la figura di Don Saverio, prete moderno ed anticonformista.

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