60 anni fa nascevano le Guide a Lamezia Terme
Aldina Mastroianni
Lo confesso, ogniqualvolta mi trovo a passare sulla ripida salita che dal fianco sinistro della cattedrale porta a via Lissania, avverto un tuffo al cuore. Lì, infatti, nel cortiletto al di là del vecchio muro, in quelle modeste propaggini della casa canonica, hanno avuto luogo alcune esperienze fondanti della mia esistenza e di quella della mia generazione, l’apprendimento di un metodo e di uno stile di vita, di una certa visione di noi stessi e del nostro futuro. In quel luogo si svolgevano i riti di passaggio della nostra adolescenza – promesse, conquista di specialità e brevetti, passaggi di branca – che si affiancavano a quelli scolastici, allora molto più duri e selettivi.
E quante chiacchiere, quanti giochi, quando si usciva dalle riunioni; quanti ruzzoloni (e quante risate) sugli scalini sbrecciati che portavano alla chiesa di Santa Caterina; gli stessi scalini su cui si affacciava l’appartamento in cui viveva don Saverio, con la sua incomparabile madre, donna Annetta; e noi, scendendo verso il corso Numistrano, immaginavamo che egli ci sorvegliasse, con il suo sguardo vigile e corrucciato. Continua la lettura di 23 ottobre1960: Il momento fondativo di una stagione irrepetibile






uesta domanda mi è venuto spontaneo riandare alle parole pronunciate da Papa Francesco durante la veglia di Pasqua in San Pietro.
zione di un teologo ebreo, A.J. Heschel, che afferma: “il ricordo costituisce la pietra di paragone di tutte le azioni. La memoria è una sorgente di fede. Avere fede è ricordare…molto di ciò che la Bibbia ci chiede, come credenti, può essere racchiuso in una sola parola: ricorda Israele (Dt 4,9) ….. il ricordo è quindi un atto sacro: noi santifichiamo il presente rammentando il passato…”