Tre pilastri del vivere civile: Responsabilità, Fiducia, Lealtà

Franco Gallo
(dal notiziario Tr@cce e-mail n. 1-maggio 2012)

Custodisco un luminoso ed ancora vivissimo ricordo del pezzo di vita trascorso con gli scout. Belle pagine scritte insieme ad altri ragazzi di allora e lunghi tratti di strada sudati fianco a fianco.
Senza alcun dubbio lo scoutismo ha cambiato radicalmente la mia vita portandomi a compiere scelte di cui vado fiero e per le quali ho pagato un prezzo alto ma equo.

Ho vissuto da semplice  squadrigliere dei Lupi (Per Aspera ad Astra), da vicecaposquadriglia a caposquadriglia, poi noviziato, clan e capo reparto. O capo riparto… Questo non lo ricordo bene.

Le esperienze di educatore volontario di allora mi servono ancor oggi nel mio mestiere di insegnante. Incancellabili le lunghe e non sempre piacevoli discussioni educative nelle varie riunioni che ad un certo punto occupavano tutti i giorni della settimana. È lì che ho imparato a dialogare, ad ascoltare, a  rispondere con garbo, a capire le ragioni dell’altro, a tendere la mano e a dare senza chiedere. Non sempre mi viene bene ma non ho smesso mai di provarci. Molte mie scelte professionali sono state determinate dai principi scout, non ultime le tre parole che costituiscono il titolo di questo pezzo, come lo chiamano i giornalisti veri. Responsabilità, fiducia e lealtà. Tre pilastri del vivere civile e dell’educazione dell’educazione.

Ciò che voglio sottolineare qui, ora, dopo aver vissuto lì fuori per parecchi anni, è questo: lealtà verso chi? Fiducia in che cosa? Responsabilità per quali azioni? Le tre cose marciano insieme e diventano concrete solo se si compie una importante scelta politica: stare dalla parte degli ultimi, dalla parte dei deboli, dalla parte di chi non arriva a fine mese. Verso queste persone voglio essere leale e responsabile e di costoro ambisco la fiducia. Non sarò mai leale verso tutti coloro che si impadroniscono della vita degli altri e soprattutto ne vogliono distruggere i diritti e la dignità.

L’eccessiva ricchezza di alcuni fa male ai più. I ricchissimi, forse fraudolenti, magari sono anche tanto gentili ma che razza di paese è quello in cui le persone si comprano e si vendono per trenta denari e dove calciatori, escort e veline guadagnano molto più di valenti ricercatori universitari?

Certo, dobbiamo essere leali, responsabili, degni di fiducia ma con idee sane che possano ripristinare quei minimi etici da cui ci stiamo allontanando.

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